Introduzione alla mostra


La mostra è composta da quattro sezioni che ripercorrono lo sviluppo dell'astronomia a Napoli nel Settecento sotto l'impulso rinnovatore di Carlo di Borbone, che presentano le prime ricerche scientifiche fatte a Capodimonte da Carlo Brioschi e che illustrano i successi astronomici e letterari di Ernesto Capocci, osservatore di comete e macchie solari, e Annibale de Gasparis, scopritore di nove asteroidi che gli valsero encomi sia in patria che all'estero. Il percorso espositivo si conclude con la sezione dedicata all’astronomia ispiratrice di appassionati di scienza, letterati e artisti in un periodo di intenso fervore culturale e di nuove e grandi trasformazioni sociali e politiche.

Tra le opere di Pietro e Niccolò Di Martino, Giovanni Maria della Torre, Piazzi, Brioschi e Giuseppe Poli, fanno bella mostra la tavola selenografica di Niccolò Gianpriamo e la doppia paraselene osservata a Piedimonte Matese da un industriale tessile svizzero. L'incisione del carro alato governato da Dante Alighieri in viaggio verso la Luna, tratta dal volume Estasi e rapimento sopra la luna, è un omaggio al "Divin Poeta" per i 700 anni dalla sua morte insieme al testo di Capocci Illustrazioni cosmografiche della Divina Commedia, primo esempio di testo popolare in cui Capocci analizza i versi danteschi che trattano di astronomia.

Infine due manoscritti inediti di Giuseppina Guacci, letterata napoletana e moglie dell'astronomo Antonio Nobile: Dialoghi tra Arturo e la mamma e Lettere di Michelangelo al padre, quest'ultimo pubblicato per la prima volta in occasione di questa mostra, in cui la poetessa di Capodimonte discorre con suo figlio, vissuto solo due giorni, di temi astronomici o fa raccontare al giovane studente di astronomia la vita e le attività scientifiche svolte sulla collina di Miradois.


Le sezioni della mostra